Solo grazie ai colleghi riesce ad andare in Sicilia ai funerali del padre
Senza soldi, aveva chiesto un anticipo all’azienda ma non aveva ottenuto risposta

Federico Frighi
|5 mesi fa

Sarà stato il periodo estivo, sarà stato l’ufficio impresidiato causa ferie o che altro, fatto sta che solo grazie alla generosità di un paio di colleghi un autista di Seta in servizio a Piacenza sui bus urbani ed extraurbani ha potuto tornare in Sicilia, a Caltanissetta, per i funerali e la tumulazione del padre, scomparso improvvisamente.
«Ci sono rimasto male perché so di lavorare per un’azienda seria dice - invece quando ho avuto bisogno nessuno mi ha risposto». O meglio, la risposta è arrivata, ma dopo una settimana. A funerali e viaggio già avvenuto. Il nostro autista, di cui rendiamo note solo le iniziali (N.C.) come chiede espressamente, ha poco meno di sessant’anni e nel 2020 è giunto a Piacenza dalla Sicilia per lavoro. Come tanti suoi conterranei, ha partecipato al concorso per autisti di autobus indetto da Seta ed è risultato tra i vincitori. Catapultato improvvisamente a Piacenza, senza alcun aggancio locale, senza amici se non quelli che si è fatto durante il lavoro. Una professione affrontata in modo rigoroso ma nello stesso tempo estremamente disponibile a qualsiasi orario e turno. Il giorno dopo il ritorno dalla Sicilia, anche se avrebbe desiderato (per riposarsi di più) il turno pomeridiano, alle 5 del mattino era già messo in servizio sul bus.
« Mi è arrivata la triste notizia da casa e subito mi sono mosso per chiedere all’azienda il permesso di partire per il lutto e un piccolo anticipo del mio prossimo stipendio - racconta -. Ci sono rimasto male quando ho visto che non mi rispondevano». Grazie a un paio di colleghi che hanno compreso immediatamente l’urgenza, è riuscito a mettere insieme i circa 300 euro necessari per pagare il viaggio di andata e ritorno.
Una storia di ordinaria quotidianità che mette in evidenza la situazione economica di una categoria di lavoratori alla perizia dei quali si affidano ogni giorno decine e decine di passeggeri sulle strade di città e provincia. Una categoria, formata oggi da persone arrivate da ogni parte d’Italia per lavorare. Percependo uno stipendio mensile di 1.400 euro lordi. Con i quali il nostro deve pagare l’affitto (500 euro), il mantenimento del figlio (180 euro), le utenze (120 euro), la benzina e le spese del motorino - l’auto non ce l’ha e la sussistenza quotidiana. «Capisce bene perché alla fine del mese sono rimasto senza soldi e la spesa improvvisa del viaggio e della tumulazione mi abbia messo in ginocchio» si giustifica. Certificando ancora una volta l’esistenza di una nuova categoria di persone fragili di cui Piacenza si sta sempre più accorgendo: i lavoratori a basso reddito.

