Stecca e massè, sempre più piacentini conquistati dal biliardo
A testimoniarlo è l’associazione “Piacenza Billiards & Snooker”, nata un anno fa per iniziativa di due amici, Emanuele Maffi e Nicola Armani,
Thomas Trenchi
|8 mesi fa

Non è uno sport da palazzetti né da prime serate in tv, ma il biliardo sta conquistando sempre più giovani piacentini. A testimoniarlo è l’associazione «Piacenza Billiards & Snooker», nata un anno fa per iniziativa di due amici, Emanuele Maffi e Nicola Armani, e oggi diventata un punto di riferimento per una trentina di appassionati. Ogni martedì sera il gruppo si ritrova nella sala giochi dell’Uci Cinema, in via Visconti, per sfidarsi tra stecche, bilie e concentrazione. «Siamo cresciuti molto in poco tempo – racconta il presidente Maffi – e ci fa piacere vedere tanti ragazzi, dai 16 ai 25 anni, avvicinarsi a questo gioco». A colpire è anche la nuova vita della sala giochi per il suo ruolo nella movida del weekend, tra bowling e biliardo.
C’è chi gioca con la stecca in carbonio, chi preferisce il legno; chi usa i guanti e chi no. Cambiano le abitudini, ma non la passione. Il colpo più difficile? «Il massè, che curva la traiettoria della bilia» dicono. E le storie personali sono tutte diverse. Demetrio Gavioli si è avvicinato al biliardo dopo un momento difficile della sua vita: »Un paio d’anni fa, cercavo qualcosa per occupare il tempo, per staccare la mente. Oggi è il mio sport principale«. Gianluca Ferri, 33 anni, invece ci giocava da ragazzino con il papà: »Lui partecipava ai tornei. Un giorno, passando al cinema, ho visto l’annuncio della serata di biliardo e da lì ho ricominciato. Ora vengo due o tre volte a settimana«. Anche così, a Piacenza il biliardo è tornato a vivere.
C’è poi lo snooker, il «cugino» più tecnico e spettacolare del biliardo tradizionale. Si gioca in una sala separata, su un tavolo enorme con ventidue biglie e sei buche. Nonostante sia meno popolare, affascina chi cerca una sfida ancora più complessa. »Lo seguiamo molto anche in tv – aggiunge Maffi – lo snooker è il biliardo all’inglese, più complicato ma anche più spettacolare».






