Convento ospita donne maltrattate, piano di accoglienza con il Comune
Le suore di Gesù Buon Pastore aprono la sede di via Mazzini a quattro giovani vittime di violenza e sopraffazione anche in caso di figli minori

Gustavo Roccella
|5 mesi fa

La struttura conventuale in via Mazzini dove ha sede la Congregazione delle suore di Gesù Buon Pastore. All’interno l’alloggio da quattro posti per accogliere donne vittime di maltrattamenti
« Accoglienza di donne con vissuti di violenza e sopraffazione, per portare avanti il loro processo di reinserimento sociale», in particolare «giovani donne vittime di maltrattamenti, anche con figli minori per i quali i servizi sociali del Comune abbiano già in corso un progetto di aiuto e supporto». E’ la proposta che la Congregazione delle Suore di Gesù Buon Pastore ha presentato a Palazzo Mercanti. Una «autonoma proposta di collaborazione», viene definita nel provvedimento con cui il Comune alza disco verde approvando lo specifico schema di accordo con l’istituto religioso che ha sede in via Mazzini, la struttura dove vengono messi a disposizione gli alloggi per l’accoglienza. Si tratta di quattro camere singole, e «in caso di gravidanza si potranno ospitare le utenti anche dopo il parto, in accordo con il Servizio Sociale mentre si trova loro un alloggio più idoneo alle esigenze», si spiega nelle carte sottolineando che «tale proposta permette al Comune di continuare le attività di sostegno e reinserimento sociale già in corso, ampliando la rete che opera per il raggiungimento degli obiettivi di pubblico interesse, fra cui il recupero delle situazioni difficili che colpiscono sempre più spesso le donne con figli minori».
L’alloggio messo a disposizione in via Mazzini potrà ospitare, viene descritto nell’accordo, fino a quattro persone adulte e solo in caso di emergenza, se il Servizio sociale lo richiedesse, con figli - minori di dieci anni per le femmine e minori di sei anni per i maschi - i quali saranno curati e gestiti totalmente dalla mamma stessa o dal tutore, manlevando le suore incaricate di qualsiasi responsabilità al riguardo come pure la Congregazione che «si impegna a collaborare nel sostenere gli obiettivi dell’accoglienza, oggetto di condivisione con il Servizio sociale e in particolare con l’assistente sociale responsabile del caso nella fase di avvio del progetto».

