Viaggio a Zerba verso il ballottaggio: caccia alla scheda bianca

12 Giugno 2024 10:20

Una lunga serie di tornanti scandisce la strada che, a braccetto con il bosco e a suon di cinguettii, conduce a Zerba, un piccolo comune della Val Boreca nonché il più piccolo comune dell’Emilia-Romagna. 

D’estate si “popola” di villeggianti che arrivano da Milano per respirare l’aria buona della valle e d’inverno sembra paralizzarsi nel silenzio della quiete. 

Il clima di questi giorni è però anomalo. Il micro-borgo è stato infatti protagonista di un altro primato: la parità raggiunta durante le elezioni amministrative che porterà i candidati al ballottaggio il 23 e il 24 giugno.

La storia ormai è nota, erano complessivamente 118 gli elettori chiamati ad esprimere la propria preferenza, ma solo 57 sono andati alle urne per le elezioni dell’8 e 9 giugno. Ventotto si sono schierati con Giovanni Razzari a capo di “Zerba Futura” e altrettanti con Claudia Borrè, capofila della lista “il Castello”.

Ne manca solo uno all’appello. Questo costituisce il secondo fatto curioso delle amministrative di Zerba: il giallo della scheda bianca. Sembra l’incipit di un thriller, ma la storia è reale.

Chissà se una volta appreso del clamoroso pareggio elettorale manco a scommetterci… – lui, l’ago della bilancia, abbia avvertito un po’ di tormenti interiori. “E se invece avessi votato per Claudia Borrè? Oppure per Giovanni Razzari? Ma figuriamoci, in fondo l’avevo promesso a me stesso, è stato giusto così. Tornerò a votare al ballottaggio e vedremo se nel frattempo qualcuno riesce a convincermi. Tuttavia… mannaggia a me». Difficile entrare nella mente di “mister X” a cose fatte. Fatto sta che da ieri a Zerba si è scatenata una simpatica caccia all’autore/autrice della scheda bianca dell’elezione più chiacchierata e curiosa d’Italia.

Lassù sui monti la scelta del sindaco è in bilico, caso più unico che raro: 57 votanti (su 118 aventi diritto), 28 preferenze a ciascuno dei due candidati in lizza. E una scheda bianca. Signori e signori, l’ago della bilancia. «Io lo so chi è stato» sghignazza un tizio che indica l’amico. “Adesso di to due platte” gli ribatte col sorriso l’altro usando un’espressione tipicamente dialettale. Nel comune dove si conoscono tutti, tutti dicono di non sapere. Oppure la sparano grossa: “Sarà stato il nostro prete, per non far torto a nessuno”. Per qualcuno sarebbe invece stato il sindaco uscente Piero Rebolini che “una volta annunciò che in questa contesa sarebbe stato bipartisan, me lo ricordo bene”. Vallo a sapere davvero. “Ma il voto è segreto, cosa vi impicciate” fa una con garbo. Già. Intanto però la conta sarebbe già partita in vista del ballottaggio – lo ripetiamo, ballottaggio che si terrà tra quindici giorni. Tra villeggianti e milanesi con residenza, i 57 elettori sono più o meno il numero massimo. In pratica tutti in paese sono andati al seggio.

Pare tuttavia che qualcuno, tre, forse quattro, fossero un po’ febbricitanti e hanno disertato. Potrebbero essere loro tra due settimane a determinare il nuovo sindaco o la nuova sindaca di Zerba. Sta di fatto che il caso del comune più piccolo della regione ha già fatto il giro d’Italia. E tutti invitano alla prudenza, a tutelare il più possibile la propria salute: sia mai manchi qualcuno al voto più atteso della stagione. «Se poi un cittadino quella mattina si alza e ha male al ginocchio, non va a votare e anche questo può incidere nel risultato finale», scherza un compaesano riferendosi all’avanzata età media del piccolo borgo. Ancora due settimane, nemmeno. Poi qualcosa si saprà. A meno che non finisca ancora in parità e venga eletto “il candidato più anziano”. Anche questa postilla della norma, valla a capire.

 

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