La dipendenza social non risparmia neppure i bimbi
in allattamento

02 Gennaio 2023 05:00

Il 72% delle famiglie con bimbi fino a 2 anni ammette di utilizzare social network e chat durante i pasti dei propri figli, mentre il 26% lascia che i bambini utilizzino i dispositivi in completa autonomia.
Il dato emerge da una ricerca condotta dalle associazioni di pediatri Acp, Fimp e Sip, in collaborazione con Fondazione Carolina e Meta-Facebook per il progetto “Connessioni delicate”.
Un pool di medici pediatri volontari ha coinvolto a livello nazionale circa 800 famiglie con figlio da zero a 15 anni attraverso un questionario anonimo sulle abitudini e i comportamenti online. Il corretto utilizzo del web da parte dei minori è un tema importante e di salute.
Dal questionario proposto risulta scarsa consapevolezza da parte delle famiglie e una condizione di solitudine nei bambini: il 26% dei genitori permette che i propri figli utilizzino i device in autonomia tra zero e 2 anni, percentuale che sale al 62% per la fascia 3-5 anni, all’82% a nella fascia 6-10 anni e al 95% tra gli 11 e i 15 anni.
“Già in uno studio del 2018 avevamo messo in luce i rischi documentati per la salute psicofisica di un uso precoce, prolungato e non mediato dagli adulti, dei media device nei bambini da zero a 8 anni. Sono state rilevate interferenze negative sul sonno, sulla vista, sull’apparato muscolo-scheletrico, sull’apprendimento e persino sullo sviluppo cognitivo”, commenta la presidente Sip, Annamaria Staiano.
Da qui la raccomandazione di evitare smartphone e tablet prima dei due anni, limitare l’uso a massimo un’ora al giorno tra 2 e 5 anni e al massimo a due ore per quelli di età compresa tra 5 e 8 anni.
“I rischi aumentano con l’aumentare del tempo trascorso online: dall’ansia e depressione al sovrappeso sino ai disturbi del comportamento alimentare; dal cyberbullismo al grooming online; dai problemi comportamentali a quelli della vista, cefalea, carie dentali”, aggiunge Staiano.
Dallo studio “Connessioni delicate” emerge che i bambini sono abituati alla presenza di tablet e smartphone già dalla prima infanzia, anche in un momento fondamentale come quello dell’allattamento.
“La diminuzione dell’attenzione delle madri ai segnali di suo figlio a causa dell’uso dello smartphone, specialmente all’inizio della vita nei contesti interattivi primari dell’allattamento e delle interazioni faccia a faccia, può avere ricadute negative sulle traiettorie neuroevolutive del bambino. Il comportamento reattivo materno è un elemento essenziale del sistema di sincronia che si sviluppa tra madre e bambino all’inizio della vita. Promuove la crescita fisiologica, cognitiva e socio-emotiva e realizza una sana genitorialità”, osserva Antonio D’Avino, presidente Fimp.
Una famiglia su quattro nella fascia 0-2 anni e una su cinque, in quella 3-5 anni, dichiara poi di affidarsi all’intelligenza artificiale per far addormentare i propri figli, con ninne nanna prodotte dagli assistenti vocali. I 35% dei genitori di bambini tra 0 e 2 anni delega ai device il compito di intrattenere i propri figli, ad esempio con la lettura di fiabe, percentuale che arriva all’80% nella fascia 3-5 anni.
Dai risultati emerge inoltre la scarsa percezione delle famiglie sui rischi dell’uso improprio della tecnologia digitale: dai sintomi della dipendenza, ai principali pericoli in termini di salute psicofisica, come sexting e grooming. In particolare, alla domanda su cosa sia il sexting, il 66% dei genitori della fascia 6-10 non ha saputo fornire risposta.

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