Investigatore privato, professione per pochissimi

Viaggio piacentino all'interno di un universo da sempre affascinante. «Suocera e genero mi fecero pedinare la figlia troppo libertina»

Thomas Trenchi
|6 mesi fa
Investigatore privato, professione per pochissimi
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Non usano occhiali a specchio, non parlano in codice e non installano microcamere dentro le sveglie. Ma si muovono nell’ombra e il loro lavoro è tutt’altro che romanzesco. A Piacenza gli investigatori privati sono pochissimi - si contano sulle dita di una mano - ma attivi su fronti in continua evoluzione. Non più solo tradimenti coniugali: oggi sono le aziende a ingaggiare più spesso questi professionisti, soprattutto per verificare l'assenteismo sospetto, l'utilizzo illecito dei permessi 104, la concorrenza sleale o i furti interni.
«Il core business si è spostato sulle aziende – racconta Gianluca Cavallo, investigatore privato attivo a Piacenza –. Il privato, salvo contenziosi, difficilmente si rivolge a un investigatore per motivi sentimentali». Laureato in ambito giuridico e specializzato in diritto del lavoro, Cavallo sottolinea l’evoluzione della professione: «Oggi bisogna essere formati e aggiornati. Le prove devono essere raccolte nel rispetto della legge, altrimenti non sono utilizzabili».
Gli strumenti del mestiere sono cambiati poco: niente intercettazioni o droni, ma classici pedinamenti e appostamenti. «Foto e video sono fondamentali, ma tutto dev’essere svolto entro i limiti imposti dal Garante della privacy«, precisa Cavallo. «In media, un’indagine dura sette o dieci giorni. È essenziale conoscere bene il territorio: vie d’accesso, presenza di gruppi di controllo di vicinato. Non siamo invisibili». Tra i casi recenti, quello di un uomo che utilizzava i permessi 104 per lavorare nel proprio negozio: «Abbiamo documentato tutto, l’azienda ha proceduto con il licenziamento». Un altro episodio, decisamente più insolito, ha coinvolto una suocera e un genero che hanno incaricato Cavallo di seguire la figlia, «troppo libertina», per tutelare il minore presente in famiglia.
Anche Salvatore Cavallaro, investigatore privato della società Award di Piacenza, conferma il cambio di tendenza: «Le richieste arrivano perlopiù dalle aziende. Ho documentato casi di dipendenti in malattia che andavano allo stadio. Oppure storici collaboratori che rubavano merce per rivenderla». In ambito privato, si continua a indagare per motivi familiari: «Ho seguito una ragazza che lavorava già da tempo, ma il padre continuava a pagarle il mantenimento. Con appostamenti e verifiche, abbiamo accertato tutto». 
Indagini per frodi assicurative, violazioni della privacy, copie forensi di dispositivi digitali e interviste a testimoni completano il ventaglio di attività. Ma sempre con un confine ben preciso, come ricorda Cavallo: «Si può indagare solo se c’è un diritto da tutelare. E sempre nel rispetto della legge». Leggi tutto qui