La Pietra Parcellara:
le giunchiglie
e il falco pellegrino custode della valle

Il colorato tipo di narciso conquista nuove aree: forse è anche un segnale del cambiamento climatico

Redazione Online
6 maggio 2025|13 giorni fa
La Pietra Parcellara:
le giunchiglie
e il falco pellegrino custode della valle
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di Luigi Ziotti
La luce dorata del sole comincia ad illuminare la Pietra Parcellara: immobile e maestosa si erge come una sentinella della valle del Trebbia. È una formazione rocciosa composta principalmente da ofiolite, una roccia di origine vulcanica: che crea un contrasto spettacolare. tra le dolci colline circostanti. E’ anche un luogo ricco di biodiversità, con habitat naturali esclusivi che ospitano una varietà di flora e fauna. Ai suoi piedi, giù nella valle, tra le pieghe del terreno, i delicati fiori delle giunchiglie si aprono in questa primavera; i loro colori vivaci contrastano con il grigio scuro della rocca vulcanica. La giunchiglia è un tipo di narciso, appartenente alla famiglia Amaryllidaceae. È un fiore primaverile molto apprezzato per la sua bellezza e il suo profumo. La diffusione delle giunchiglie verso nuove aree, come la parte medio-alta della Val Trebbia, potrebbe essere legata a fattori naturali, come il vento che trasporta i semi, oppure al cambiamento delle condizioni climatiche e del suolo che favoriscono la crescita di questa specie in nuove zone.
L’area di Pigazzano, dove le giunchiglie sono già presenti da tempo, potrebbe aver funzionato come un punto di origine per questa espansione naturale. Il falco pellegrino, posato con eleganza su uno spuntone di roccia nera della Pietra Parcellara con il vento che sferza le sue piume, rimane immobile contro il cielo limpido. Da quella posizione dominante, il rapace osserva attentamente il paesaggio sottostante, ogni dettaglio della valle si riflette nei suoi occhi penetranti. Il suo sguardo scruta il movimento tra i prati o nel cielo. E’ il custode invisibile della valle, un cacciatore silenzioso che conosce ogni angolo di questo territorio. Quando scorge un piccolo animale che si muove incautamente, il falco prepara l’attacco. Con un movimento improvviso, apre le sue ali robuste e si lancia nel vuoto. In quell’istante, diventa una freccia vivente, un fulmine che attraversava l’aria con una velocità che sfiora i 300 km/h.
La sua picchiata è precisa, letale e definitiva, espressione della sua potenza e maestria. E poi, ritorna al suo spuntone o su ramo sporgente con la sua preda stretta saldamente tra gli artigli. Ogni caccia, ogni volo, ricorda la simbiosi tra il falco pellegrino e la valle: un ciclo naturale di forza, grazia e sopravvivenza. La Val Trebbia, con la sua Pietra Parcellara, le giunchiglie e il falco pellegrino, racchiude un ciclo eterno che celebra la bellezza e l’equilibrio della natura. La pietra, immobile e maestosa, rappresenta la memoria antica e la stabilità su cui la vita prospera. Le giunchiglie, delicate e resilienti, simboleggiano la rinascita, il risveglio della primavera e la forza nascosta nella fragilità. Il falco pellegrino, libero e potente, incarna il legame tra cielo e terra. Insieme, questi elementi ci ricordano che ogni aspetto della natura ha un ruolo essenziale: la pietra offre il rifugio, i fiori adornano il paesaggio e il falco porta con sé l’energia del movimento. La loro armonia è un messaggio per noi: solo rispettando il ritmo della natura e comprendendo la diversità che essa ci offre, possiamo cogliere la vera bellezza.