Un muro come a Parigi per diventare la capitale del “benvenuto”
Un’installazione d’arte come il “Mur des Je T’Aime” ma con la storica targa del Bevegnù e la parola tradotta in tutte le lingue e i dialetti

Giorgio Lambri
July 3, 2025|4 giorni fa

Tra i tanti regali che mi ha riservato, nel corso degli anni, l’esercizio della flânerie a Parigi c’è la scoperta del “Mur des Je T’Aime”, cioè il “Muro dei Ti Amo”, singolare opera di dieci metri per quattro progettata dall’artista Frédéric Baron con la collaborazione del calligrafo Claire Kito. Partorito il progetto, Baron cominciò a chiedere ai suoi amici stranieri di scrivere la romantica frase fino a raccogliere più trecento “Ti Amo” in lingue e dialetti di tutto il mondo, fra cui tutte le lingue dei 192 stati membri dell’Onu, dall’India «nian’-ni-né-sné-i-kou-nou» al Sudafrica «èk-èt -you- lif». Ma anche lingue rare come navajo, inuit, bambara ed esperanto.
La grande installazione si trova in un giardino pubblico sulle prime pendici della collina di Montmartre nello Square Jehan Rictus, all’uscita della più antica e poetica fermata di metropolitana di Parigi - Abbesses, sulla linea 12 - ed è composta da 612 piastrelle di colore blu grandi 21 centimetri per 29 con la scritta ‘’Ti Amo’’ in bianco.
La simbolica collocazione su di un muro è stata una felice scelta personale dell’artista. Quello che in edilizia e dunque nella realtà è un simbolo di divisione e separazione, può diventare supporto ideale per il più puro e nobile dei sentimenti umani. E infatti l’opera è connotata anche da schizzi rossi sul muro che simboleggiano le parti di un cuore spezzato ma possono essere idealmente raccolti per formare un cuore intero.
Inutile dire che il “Mur des Je T’Aime” è meta di incessante pellegrinaggio turistico, centinaia di migliaia di persone, soprattutto giovani innamorati che vogliono selfarsi davanti all’opera, ma non solo.


