«Una Piacenza inclusiva a misura di disabile»

Via al Piano che leva le barriere architettoniche: Dai tombini con le feritoie nel senso sbagliato ai pali sui marciapiedi, da eliminare gli ostacoli per carrozzine

Gustavo Roccella
Gustavo Roccella
July 1, 2025|6 giorni fa
«Una Piacenza inclusiva a misura di disabile»
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I tombini, per esempio. Se hanno le feritoie nel senso sbagliato, una carrozzina rischia di finirci dentro con le ruote fino magari a incastrarsi senza più riuscire ad andare né avanti né indietro.
La segnaletica stradale verticale, un altro esempio. Un cartello malposizionato può restringere il passaggio in un marciapiede al punto da costringere sempre una carrozzina a ricorrere alla sede stradale in pericolosa coabitazione con auto e moto.
E così via esemplificando con le panchine nei parchi, che devono avere non meno di 80 centimetri per seduta onde evitare ai portatori di disabilità disagevoli scomodità o impedimenti.
«Ogni criticità ha affiancata la prestazione da raggiungere», per dirla con l’assessora all’Urbanistica Adriana Fantini che ieri in consiglio comunale ha portato a compimento l’approvazione del Peba, il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche. La votazione unanime dell’Aula ha testimoniato la piena condivisione di un provvedimento che si propone di rendere la città più vivibile per tutti, a partire dalle persone con limitazioni motorie e cognitive. E se è vero che dal 1986 la normativa nazionale indica agli enti locali di dotarsi di Peba, con ulteriore rafforzativo legislativo nel ’92, è scarsino il novero di Comuni (e Province) che hanno adempiuto, ragion per cui è stato trasversalmente salutato con enfasi il traguardo tagliato a Piacenza.
Adottato dalla giunta il 30 dicembre 2024, il piano ha avuto una serie di presentazioni pubbliche da cui poi sono scattati i termini per il deposito di osservazioni: ne sono arrivate tredici che ieri in Consiglio sono state esaminate con le controdeduzioni prodotte dagli uffici comunali. L’obiettivo di fondo è di favorire il movimento in autonomia di tutte le persone, promuovendo la fruibilità degli spazi urbani e riducendo gli ostacoli linguistici, culturali o di conoscenze. In altre parole, rendere la città più inclusiva, accessibile e accogliente per tutti, in primis le persone con disabilità, gli anziani e chiunque si trovi in condizioni di fragilità.