L’amore dei francesi per il cinema: “Dix pour cent” (Chiami il mio agente!)
Redazione Online
|3 anni fa

L’amore dei francesi per il cinema ce lo ha raccontato benissimo Quentin Tarantino in Inglourious Basterds quando ha fatto morire Hitler in una sala cinematografica di Parigi, dove è ambientata la storia di “Dix pour cent” e dove si trova la sede dell’agenzia ASK, che teoricamente si occupa dei contratti delle star, e che praticamente è come la Olivia Pope & Associates, ovvero ha come oggetto sociale la crisis management. I quattro agenti senior, Andréa Martel (Camille Cottin), Mathias Barneville (Thibault de Montalembert), Gabriel Sarda (Grégory Montel) e Arlette Azémar (Liliane Rovère) gestiscono nomi famosi, e la serie procede seguendo due linee di sviluppo, la storyline principale, ovvero le sorti alternanti dell’ASK, e quella secondaria, legata all’ingresso di un attore diverso a ogni puntata. I nomi sono pazzeschi del livello di Isabelle Huppert, Juliette Binoche, Charlotte Gainsbourg, Monica Bellucci, Fabrice Luchini, Jean Dujardin, Beatrice Dalle, Jean Reno.
Che ve lo dico a fare (o se preferite Forget about it), è roba scritta benissimo e interpretata anche meglio e nelle quattro stagioni, che si snodano tra presentazione dei protagonisti, gestione dell’intruso, complotti e fiducia tradita, si ama, si soffre e si cresce insieme ai protagonisti (tra i quali mi urge citare quella strepitosa Laure Calamy che interpreta l’assistente Noémie Leclerc). In mezzo, le star, i loro vezzi, la loro grandezza, come nell’episodio dedicato a Fabrice Luchini, i loro tratti caratteristici, Huppert la workhaolic che gestisce (anzi che fa gestire) più set in contemporanea, Bellucci che non riesce a trovare un uomo che non sia intimidito dalla sua fama e dalla sua bellezza, Dujardin che prende in giro “Revenant” e Leonardo Di Caprio, Adjani che è una fan di Game of Thrones, Binoche che è così adorabilmente Binoche nell’episodio ambientato a Cannes 2016, dove si vede dappertutto quel magnifico poster da “Il disprezzo” di Jean-Luc Godard (e giù lacrime e struggimenti sui frame di Godard).











