"Flower": giocare con il vento e i fiori nella primavera

Il videogame pubblicato nel 2009 resta ancora unico nel suo genere

Francesco Toniolo
8 aprile 2025|11 giorni fa
"Flower", videogame© Facebook
"Flower", videogame© Facebook
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In questi giorni stiamo vedendo il risveglio della natura. Un’altra primavera è arrivata. Le giornate sono sempre più lunghe, i fiori sbocciano nei prati, si cambia il guardaroba. Vorrei cogliere l’occasione per ricordare un videogioco che, secondo me, incarna molto bene lo spirito primaverile. Sto parlando di Flower, sviluppato dal team Thatgamecompany e originariamente pubblicato nel 2009 su PlayStation 3.
A distanza di anni, Flower resta ancora un titolo unico nel suo genere. In questo gioco non assumiamo il controllo del classico eroe o del prescelto di turno. Ci troviamo invece a giocare nei panni del vento. Il nostro obiettivo è quello di raccogliere e spostare i petali dei fiori, che vorticano sempre più numerosi in un turbinio di colori. Niente dialoghi, niente personaggi umani, niente interfacce invasive. Tutto ciò che ci viene comunicato passa attraverso il linguaggio visivo e musicale, con una colonna sonora dinamica che si modifica in base ai movimenti del giocatore.
Se dovessi pensare a un videogioco che per me incarna l’idea di “primavera”, direi che Flower rimane tutt’oggi il primo nome che mi viene in mente, per diverse ragioni. Tanto per cominciare, l’idea stessa del vento che raccoglie i petali dei fiori e li fa danzare è decisamente primaverile, ma non è solo questo. La primavera è il periodo in cui la natura rinasce, dopo il gelo dell’inverno. Questa rinascita può essere estesa, come messaggio di speranza ecologica. Flower mostra una contrapposizione molto netta tra la natura e il paesaggio urbano. Iniziamo il gioco in un ambiente incontaminato, per poi avvicinarci man mano alla città, cupa e industrializzata, dominata dal grigiore dei palazzi. C’è una netta polarizzazione tra queste due aree, ma c’è anche un messaggio di speranza. La natura può rifiorire anche nella grande città ingrigita, grazie al bizzarro e liberatorio soffio del vento che controlliamo. Un messaggio semplice, forse anche semplicistico agli occhi di qualcuno, ma Flower non è pensato per proporre soluzioni sulla crisi climatica. È pensato per ricordarci che la natura pulsa e si muove anche quando non la vediamo, chiusi nelle metropoli di cemento. Il vento può portare persino lì il profumo dei fiori.
La componente “ecologica” di Flower è poi ritornata in molti altri videogiochi successivi (molto più espliciti su quel fronte), ma in pochi sono riusciti a eguagliare la delicata poesia del videogioco di Thatgamecompany. Flower resta un videogioco speciale per la sua capacità di invitare il giocatore a rilassarsi, lasciandosi trasportare dal vento insieme ai petali dei fiori, godendosi la pace e la libertà di quell’esperienza. A distanza di anni dalla sua uscita, Flower continua a essere un titolo emblematico nella scena videoludica. Non a caso, viene spesso citato come esempio di come i videogiochi possano essere anche opere d’arte, capaci di evocare emozioni profonde. La sua semplicità e la sua poesia visiva lo rendono un’esperienza perfetta per chiunque voglia immergersi in un viaggio rilassante e contemplativo, magari proprio in queste prime giornate di primavera. Meglio ancora se decidete di giocare Flower insieme al successivo videogioco dei Thatgamecompany: Journey: Un viaggio esistenziale in un deserto, verso una montagna lontana. È certamente meno “primaverile” di Flower, ma è un’esperienza bellissima e consigliata.
"Flower"
"Flower"
Con l’arrivo della primavera, la natura si risveglia, i colori si fanno più vivaci e il mondo sembra riacquistare nuova vita. Questo passaggio stagionale ha trovato spazio anche nei videogiochi. A volte, infatti, il cambio delle stagioni viene utilizzato come meccanica di gioco, che modifica le interazioni con il mondo virtuale. In casi del genere non parliamo solo di cambiamenti visivi, che pure sono presenti: un’esplosione di colori che si contrappone ai toni marroni dell’autunno e al biancore della neve invernale. Parliamo di differenti attività e interazioni legate alla primavera. Ricordiamone alcuni.
Uno degli esempi più celebri è sicuramente la serie Animal Crossing di Nintendo. In questi videogiochi controlliamo un personaggio che vive in un ameno villaggio popolato da animali antropomorfi. Il mondo di gioco è sincronizzato con il tempo reale, per cui se giochiamo durante la sera anche in Animal Crossing vedremo il tramonto. Questa sincronizzazione riguarda anche le stagioni. Con l’arrivo della primavera il villaggio si riempie di fiori, non c’è più la neve, si trovano nuovi insetti e pesci da catturare (sono da sempre degli elementi collezionabili, in Animal Crossing. Nel gioco sono anche presenti alcune festività stagionali, come la Caccia all’Uovo nel periodo pasquale. Gli eventi stagionali incentivano i giocatori a tornare periodicamente nel loro villaggio virtuale, mantenendo viva l’esperienza di gioco per mesi e anni.
"The Legend of Zelda: Oracle of Seasons"
"The Legend of Zelda: Oracle of Seasons"

Un altro gioco in cui è ben evidente il passaggio delle stagioni è Stardew Valley. Questo videogioco, originariamente pubblicato nel 2016 e tutt’ora molto giocato, è stato realizzato da Eric Barone, un ragazzo appassionato di una preesistente serie videoludica: Harvest Moon. In questa serie si giocava nei panni di un contadino. Da un lato, bisognava tenere d’occhio i campi e gli animali della fattoria. Dall’altro, bisognava sviluppare delle relazioni con gli abitanti del vicino villaggio. Eric Barone ha ripreso questa stessa struttura nel suo Stardew Valley, in cui la gestione della fattoria si alterna a momenti di convivialità. In questo gioco la primavera segna l’inizio di un nuovo ciclo agricolo. Diviene possibile seminare alcune specifiche piante e, più in generale, occorre pianificare per bene tutte le proprie attività, per poter massimizzare il raccolto futuro. Anche le interazioni con gli abitanti del villaggio cambiano con la stagione, offrendo nuove opportunità per approfondire i legami con loro. Vale la pena ricordarlo perché i rapporti con gli altri personaggi sono stati un elemento chiave, nel successo del gioco. Soprattutto perché è possibile sviluppare una relazione amorosa con alcuni di quei personaggi, per mettere su una famiglia con loro. Anche nei videogiochi “agricoli” le storie romantiche hanno sempre il loro fascino, insomma, e la primavera è sicuramente una stagione in cui è facile pensare agli amori che sbocciano.
Un altro titolo di qualche anno fa che sfruttava il cambio delle stagioni come meccanica centrale è The Legend of Zelda: Oracle of Seasons, uscito nel 2001 per Game Boy Color. Si tratta di uno dei tanti episodi della famosa e apprezzata serie The Legend of Zelda di Nintendo. In ogni gioco, il protagonista Link ottiene differenti oggetti magici che gli consentono di modificare il mondo intorno a lui. Può essere una bacchetta magica con cui controllare i venti (The Wind Waker), un’ocarina per viaggiare nel tempo (Ocarina of Time) e altro ancora. In Oracle of Seasons possiamo manipolare le stagioni, modificando di conseguenza il mondo di gioco intorno a noi. Per esempio, facendo arrivare l’inverno è possibile attraversare un lago ghiacciato, mentre la primavera fa fiorire le piante. A differenza di videogiochi come Animal Crossing, questo passaggio stagionale è totalmente svincolato dal tempo reale: non serve attendere realmente l’inverno per vedere il ghiaccio, basta usare la magia per spostarsi in qualsiasi momento da una stagione all’altra, riuscendo così a raggiungere le diverse aree del gioco.
Nel 2016, qualche anno dopo Oracle of Seasons, un altro videogioco ha ripreso lo stesso concetto: Seasons After Fall di Swing Swing Submarine. In questo gioco controlliamo una piccola volpe dotata del potere di alterare le stagioni a piacimento. Come nel caso precedente, dobbiamo usare questi poteri per risolvere una serie di enigmi e proseguire nel gioco.