Trent'anni di Catan: la storia di un gioco che ha fatto scuola
Viene festeggiato a Play di Bologna
Carlo Chericoni
6 aprile 2025|12 giorni fa

© Libertà/Carlo Chericoni
Dopo aver superato il traguardo dei trenta anni, per Klaus Teuber divenne sempre più difficile reprimere quella sensazione di irrequietezza, derivante dalla convinzione di sprecare la propria vita. I giorni trascorrevano tutti uguali nel suo laboratorio odontotecnico e, benché quel lavoro desse da mangiare alla sua famiglia, non lo rendeva affatto felice. Gli unici momenti in cui si sentiva al “posto giusto” erano quelli passati nello studio di casa a sviluppare giochi da tavolo. Del resto, era stato un bambino cresciuto giocando con i soldatini, allestendo plastici improvvisati e immaginando battaglie nella sua cameretta, e sentiva che quella potente e fanciullesca energia creativa dovesse trovare un altro modo per esprimersi.
Il tempo dedicato al game design diede i suoi frutti quando, a 36 anni, vide pubblicato il suo primo progetto. Intitolato Barbarossa, il gioco richiedeva ai partecipanti di scolpire un oggetto usando una speciale pasta modellabile e di fare in modo che gli altri indovinassero, né troppo presto né troppo tardi, di cosa si trattasse. Le vendite furono buone, ma non sufficienti a trasformare quel suo hobby in una vera professione, così Teuber non poté fare a meno che continuare a essere un infelice tecnico dentale durante l’orario di lavoro e un felice game designer nel tempo libero. Tutto cambiò con l’arrivo del suo quinto gioco. In quegli anni Teuber era affascinato dalle imprese dei vichinghi, soprattutto dalle difficoltà incontrate da quei popoli nordici nello stabilirsi in Islanda. Decise così di usare quella storia come fonte d’ispirazione per il suo prossimo progetto. Invece di usare un luogo reale, creò l’immaginaria isola di Catan e definì una meccanica di gioco che prevedeva diciannove tessere esagonali rappresentanti una delle cinque risorse: lana, legno, grano, minerali e argilla. All’inizio della partita, le tessere venivano mescolate e posizionate per formare l’isola, e a ciascuna veniva assegnato un numero compreso tra due e dodici. I giocatori tiravano due dadi a turno, e il numero ottenuto determinava quale esagono avrebbe prodotto risorse. Accumulando beni, si potevano costruire strade e insediamenti, ma spesso non si aveva tutto il necessario per portare a termine i propri piani e, per questo, era necessario contrattare con gli altri coloni al tavolo.
Il tempo dedicato al game design diede i suoi frutti quando, a 36 anni, vide pubblicato il suo primo progetto. Intitolato Barbarossa, il gioco richiedeva ai partecipanti di scolpire un oggetto usando una speciale pasta modellabile e di fare in modo che gli altri indovinassero, né troppo presto né troppo tardi, di cosa si trattasse. Le vendite furono buone, ma non sufficienti a trasformare quel suo hobby in una vera professione, così Teuber non poté fare a meno che continuare a essere un infelice tecnico dentale durante l’orario di lavoro e un felice game designer nel tempo libero. Tutto cambiò con l’arrivo del suo quinto gioco. In quegli anni Teuber era affascinato dalle imprese dei vichinghi, soprattutto dalle difficoltà incontrate da quei popoli nordici nello stabilirsi in Islanda. Decise così di usare quella storia come fonte d’ispirazione per il suo prossimo progetto. Invece di usare un luogo reale, creò l’immaginaria isola di Catan e definì una meccanica di gioco che prevedeva diciannove tessere esagonali rappresentanti una delle cinque risorse: lana, legno, grano, minerali e argilla. All’inizio della partita, le tessere venivano mescolate e posizionate per formare l’isola, e a ciascuna veniva assegnato un numero compreso tra due e dodici. I giocatori tiravano due dadi a turno, e il numero ottenuto determinava quale esagono avrebbe prodotto risorse. Accumulando beni, si potevano costruire strade e insediamenti, ma spesso non si aveva tutto il necessario per portare a termine i propri piani e, per questo, era necessario contrattare con gli altri coloni al tavolo.

Pubblicato per la prima volta in Germania nel 1995 con il titolo Die Siedler von Catan, il gioco si rivela immediatamente un successo senza eguali e, grazie alle royalties derivate dalle vendite, nel 1998 Teuber può finalmente mollare il laboratorio per dedicarsi esclusivamente alla sua passione.
Nel 2002, Catan diventa un affare di famiglia, quando Teuber fonda la Catan GmbH, coinvolgendo i suoi figli, Guido e Benjamin, il primo si occupa del mercato anglofono, mentre il secondo di quello internazionale, mentre sua moglie Claudia è incaricata della contabilità. L’unica non direttamente coinvolta è la figlia, che fa l’attrice ma che occasionalmente si presta come tester di nuovi giochi.
Durante i suoi trenta anni di vita, Catan ha raggiunto traguardi che pochi altri board game possono vantare: ha venduto oltre 45 milioni di copie, è stato tradotto in oltre 30 lingue ed esistono più di 80 incarnazioni differenti, tra cui Catan – Astropionieri, Catan – Il gioco di carte e Star Trek Catan, senza contare le versioni digitali per console, smartphone, tablet e computer. Il suo impatto sulla cultura popolare è tale che sono state pubblicate alcune novelle ambientate nel suo mondo, come I Coloni di Catan di Rebecca Gablé; inoltre, viene citato in famose serie tv come Big Bang Theory e Parks and Recreation, mentre a Hollywood si è parlato spesso di realizzare un kolossal dedicato al gioco di Teuber.
Nel 2002, Catan diventa un affare di famiglia, quando Teuber fonda la Catan GmbH, coinvolgendo i suoi figli, Guido e Benjamin, il primo si occupa del mercato anglofono, mentre il secondo di quello internazionale, mentre sua moglie Claudia è incaricata della contabilità. L’unica non direttamente coinvolta è la figlia, che fa l’attrice ma che occasionalmente si presta come tester di nuovi giochi.
Durante i suoi trenta anni di vita, Catan ha raggiunto traguardi che pochi altri board game possono vantare: ha venduto oltre 45 milioni di copie, è stato tradotto in oltre 30 lingue ed esistono più di 80 incarnazioni differenti, tra cui Catan – Astropionieri, Catan – Il gioco di carte e Star Trek Catan, senza contare le versioni digitali per console, smartphone, tablet e computer. Il suo impatto sulla cultura popolare è tale che sono state pubblicate alcune novelle ambientate nel suo mondo, come I Coloni di Catan di Rebecca Gablé; inoltre, viene citato in famose serie tv come Big Bang Theory e Parks and Recreation, mentre a Hollywood si è parlato spesso di realizzare un kolossal dedicato al gioco di Teuber.

Non sono però solo i numeri a rendere importante Catan. Quando uscì per la prima volta, rappresentò qualcosa di unico per i giocatori meno esperti al di fuori della Germania, abituati alla fastidiosa casualità del Monopoli, all’eliminazione diretta del Risiko o alla totale mancanza di tematica di titoli come Trivial Pursuit o Scarabeo. Il gioco di Teuber si allontanava dalla competizione diretta, incoraggiandoli invece a scambiare apertamente le loro risorse limitate per progredire e, sebbene rimanesse una componente fortuna legata al lancio dei dadi per determinare le risorse prodotte, questa aveva un ruolo più marginale rispetto ad altri titoli. Spesso definito la versione moderna del Monopoli e capace di suscitare reazioni fortemente polarizzanti tra chi lo adora e chi, invece, non lo sopporta, Catan ha introdotto al grande pubblico molti dei principi fondamentali del genere “Eurogame” che privilegia una meccanica di gioco profonda, piuttosto che l’eccessivo affidamento al caso dei dadi e agli scontri diretti tra giocatori.
L’unica nota stonata in questo suo trentesimo compleanno è l’assenza del suo appassionato creatore, venuto a mancare il primo aprile del 2023 dopo una breve malattia. In tutti questi anni Klaus Teuber ha sempre amato e coltivato la sua creazione, rimanendo al contempo estremamente umile, nonostante i bagni di folla degni di una rockstar durante le convention di settore e i numerosi documentari, articoli e saggi dedicati al suo lavoro.
In qualche modo, però, grazie a Catan il suo genio rivive in ogni lancio di dadi e in ogni scambio di risorse, rendendo iconica la sua scelta di seguire sempre i propri sogni, anche quando la vita sembra non avere altro per te.
L’unica nota stonata in questo suo trentesimo compleanno è l’assenza del suo appassionato creatore, venuto a mancare il primo aprile del 2023 dopo una breve malattia. In tutti questi anni Klaus Teuber ha sempre amato e coltivato la sua creazione, rimanendo al contempo estremamente umile, nonostante i bagni di folla degni di una rockstar durante le convention di settore e i numerosi documentari, articoli e saggi dedicati al suo lavoro.
In qualche modo, però, grazie a Catan il suo genio rivive in ogni lancio di dadi e in ogni scambio di risorse, rendendo iconica la sua scelta di seguire sempre i propri sogni, anche quando la vita sembra non avere altro per te.