Proroga di sei mesi per il Garilli
Confronto tra Comune e Piace sullo stadio in vista del nuovo bando per la gestione: servono interventi radicali e ovviamente costosi

Michele Rancati
|6 ore fa

Era il 2017 quando il compianto presidente del Piacenza Stefano Gatti lanciò l’allarme-stadio: «Spendiamo 300mila euro all’anno di costi di gestione per un impianto obsoleto, soldi che tolgono budget alla prima squadra e al settore giovanile».
Nel 2022 la sindaca Katia Tarasconi definì il Garilli «un pozzo senza fondo per le casse comunali», che aveva impegnato quasi un milione e mezzo di euro dal 2019 al 2022.
Negli ultimi due anni le spese a carico di Palazzo Mercanti hanno superato i 600mila euro, mentre i costi di gestione annuali sostenuti dal Piacenza non sono certo diminuiti.
Inevitabile che nei prossimi mesi si faccia sempre più fitto e (si spera) produttivo il dialogo tra società e pubblica amministrazione, per arrivare a definire un bando che possa rappresentare una vera svolta. In sostanza, non si tratterebbe più di gestire l’ordinaria amministrazione (ti concedo l’impianto per “tot” anni a fronte di un canone simbolico perché è sempre più problematico), ma di pensare a un rifacimento, almeno parziale, dello stadio.
Tre i fattori fondamentali che saranno tenuti in considerazione. In primis, la disponibilità economica del Comune e questo non è il tempo di pensare a progetti faraonici.
Poi la destinazione del Garilli, che non dovrebbe più essere destinato solamente ad ospitare una partita ogni 15 giorni, ma si dovrebbe aprire anche ad altri eventi, come i concerti estivi.
Infine, le intenzioni del Piacenza. Questo è il capitolo al momento più definito: la società ha investito tanto per tornare nei professionisti (e se andrà male quest’anno di sicuro non mollerà) e per rilanciare il settore giovanile, uno stadio rinnovato sarebbe indispensabile per accompagnarne la crescita non solo sportiva.
Il 31 dicembre scade la convenzione in vigore, che presto sarà prorogata di sei mesi. Nel frattempo, dovrà essere redatto e pubblicato il bando della svolta.
Nel 2022 la sindaca Katia Tarasconi definì il Garilli «un pozzo senza fondo per le casse comunali», che aveva impegnato quasi un milione e mezzo di euro dal 2019 al 2022.
Negli ultimi due anni le spese a carico di Palazzo Mercanti hanno superato i 600mila euro, mentre i costi di gestione annuali sostenuti dal Piacenza non sono certo diminuiti.
Inevitabile che nei prossimi mesi si faccia sempre più fitto e (si spera) produttivo il dialogo tra società e pubblica amministrazione, per arrivare a definire un bando che possa rappresentare una vera svolta. In sostanza, non si tratterebbe più di gestire l’ordinaria amministrazione (ti concedo l’impianto per “tot” anni a fronte di un canone simbolico perché è sempre più problematico), ma di pensare a un rifacimento, almeno parziale, dello stadio.
Tre i fattori fondamentali che saranno tenuti in considerazione. In primis, la disponibilità economica del Comune e questo non è il tempo di pensare a progetti faraonici.
Poi la destinazione del Garilli, che non dovrebbe più essere destinato solamente ad ospitare una partita ogni 15 giorni, ma si dovrebbe aprire anche ad altri eventi, come i concerti estivi.
Infine, le intenzioni del Piacenza. Questo è il capitolo al momento più definito: la società ha investito tanto per tornare nei professionisti (e se andrà male quest’anno di sicuro non mollerà) e per rilanciare il settore giovanile, uno stadio rinnovato sarebbe indispensabile per accompagnarne la crescita non solo sportiva.
Il 31 dicembre scade la convenzione in vigore, che presto sarà prorogata di sei mesi. Nel frattempo, dovrà essere redatto e pubblicato il bando della svolta.

