Il trattore Bubba Ariete torna a ruggire

La famiglia Villa ha restaurato il mezzo agricolo degli anni Cinquanta, un pezzo unico al mondo

Thomas Trenchi
7 maggio 2025|11 giorni fa
Il trattore Bubba Ariete torna a ruggire
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I nonni non erano ingegneri. I padri nemmeno. Eppure, sui colli di Rustigazzo, in alta Val Chero, la famiglia Villa ha scritto una pagina autentica di «ingegneria contadina». O meglio, di ingegneria di collina: fatta di intuito, fatica, recupero creativo. Il protagonista è un trattore Bubba Ariete a testa calda, prima serie, oggi rosso fiammante nel cortile dell’azienda agricola di famiglia. Unico al mondo, modificato artigianalmente negli anni Cinquanta per passare da cingolato a ruote. «Siamo certi che non ne esistano altri così» affermano con orgoglio Cesare, Celestino, Mariuccia e Livio.
Le ruote? Recuperate nel 1956 dai rottami militari: le posteriori da un’autoblindo americana, l’anteriore da un camion Morris inglese. Così nacque un trattore ibrido, capace di affrontare anche la pianura per la trebbiatura. Celestino ricorda: «Mio padre lo trasformò pezzo per pezzo, come un vero ingegnere, senza nessuna istruzione». Il Bubba lavorò fino al 1963, poi fu messo da parte, ma mai dimenticato. Decenni dopo, è rinato grazie a un restauro meticoloso, condotto con passione dai cugini Villa, pezzo dopo pezzo.
«È un simbolo della nostra famiglia, della nostra terra» spiegano. Livio aggiunge: «L’ho consegnato in secchielli, loro l’hanno rimontato alla perfezione. Il colore? Quello originale anni ’50, come le Ferrari dell’epoca». Anche l’accensione è rimasta fedele alla storia: si parte con una cartuccia a polvere da sparo inserita in un otturatore simile a un fucile. Colpo di martello, esplosione controllata e il motore prende vita. Oppure si può avviare a volano. Ma prima, la testa va scaldata con la fiamma viva. Un sistema complesso, ma funzionale. «Serve pazienza - dice Celestino - ma funziona ancora benissimo». Tutto fu fatto a mano: ferri scaldati con acetilene, modellati a mazza. Nessun tornio, nessuna officina. Solo intelligenza e braccia. Persino uno dei fratelli Bubba, fondatori della storica azienda, si incuriosì vedendolo trebbiare ruggendo a Rezzano. Oggi il Bubba dei Villa non è solo un mezzo agricolo: è un pezzo di storia viva.