L’alternativa per Coli: curve pericolose, parapetti assenti

Chiusa la strada principale adesso si deve passare da Piancasale e Canneto. In paese si teme soprattutto per il fine settimana

Elisa Malacalza
Elisa Malacalza
July 3, 2025|4 giorni fa
La strada alternativa per Coli da Piancasale
La strada alternativa per Coli da Piancasale
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Ai tempi dei muli e dei carretti si passava di qui, prima della Statale 45 dritta, “veloce”. Popolata da auto, corriere, camion stracarichi di sassi. Adesso, prima del cimitero di Bobbio, per raggiungere Coli ci si deve tornare: Piancasale, Canneto, poi dritto fino al ponte Gobbo e alla vasca di rio Foino (riaperta finalmente), tra parapetti assenti, saliscendi causati dalle frane sottostanti, e almeno otto curve in pochi metri. Perché poi ne seguono altre.
Certo, ci sono anche le vigne, le vedute sul fiume e sui prati, e chi approfitta del mattino per farsi una corsetta uscendo da casa. Tutto grazioso, sì, ma non per chi, quella strada, la deve percorrere una volta al giorno o due e con l’orizzonte temporale di ritrovare il percorso sulla “45” dopo Ferragosto. L’amministrazione comunale stima fine luglio: però il tabellone del cantiere, magari per precauzione, sentenzia il 15 di agosto.
Soprattutto, in paese temono il fine settimana: «Perché ora la stagione vera e propria turistica non è ancora iniziata, tutto sommato», dicono in piazza. «Però questo venerdì, con Sant’Antonino, arrivano i primi pensionati ospiti dell’albergo o pronti a riaprire le seconde case, con i nipotini. Questo è un centro estivo naturale », aggiungono altri. Insomma, il timore più grande è quello: «Il cortocircuito del fine settimana, quando in Valtrebbia si riversano migliaia di moto».
C’è anche l’altra versione della paura: «Che non venga nessuno, per paura della strada, della chiusura, proprio quando qui la gente ce la sta mettendo tutta per tirar su un po’ il paese. Abbiamo la nostra bottega di alimentari, dove si trova di tutto per fortuna, e poi il bar inaugurato solo pochi giorni fa, cui tutti teniamo come a un figlio. Ci sono ristoranti, agriturismi, la piscina aperta al Poggiolo che attira gente dalla città. Insomma, ci si impegna».