Dall'associazione Piazza Cittadella dodici beni da rilanciare
I cittadini rivolgono alla giunta attuale e a quella che si insedierà nel 2027 un invito a intervenire sui principali luoghi storici e simbolici della città,. Tutte le schede

Marcello Pollastri
|1 settimana fa

L’Associazione Piacenza Cittadella aps, raccogliendo numerose segnalazioni dei cittadini, rivolge alla giunta attuale e a quella che si insedierà nel 2027 un invito a intervenire sui principali luoghi storici e simbolici della città, «molti dei quali in stato di abbandono o degrado» osserva il presidente Luciano Donati che ha scritto una lettera a Libertà. In alcuni casi sono suggerimenti, in altri dei giudizi sullo stato delle cose. Con spirito costruttivo e senza abbandonarsi a sterili polemiche.
Il primo richiamo riguarda l’ex Hotel San Marco, edificio legato alla memoria di Giuseppe Verdi e oggi interessato da un processo di recupero giudicato positivamente. Al contrario, l’ex ospedale militare viene indicato come un’urgenza assoluta: «Una struttura centrale e di pregio, ormai vicina al collasso, su cui occorre agire prima che il deterioramento diventi irreversibile».
Preoccupazione anche per le Mura Farnesiane del 1525, la cui erosione avanzata rappresenta, secondo l’associazione, una minaccia per una testimonianza fondamentale dell’identità storica cittadina. Simile la posizione sull’ex convento delle Benedettine: patrimonio farnesiano da preservare e non da cedere ai privati.
Dopo oltre vent’anni di battaglie civiche, l’associazione chiede un passo concreto anche sull’area dell’ex Pertite, da restituire finalmente alla popolazione come grande parco pubblico. Un giudizio positivo viene invece espresso sui lavori in corso ai Giardini Margherita e alla zona della stazione, dove si intravedono segnali di rinascita.
Tra i nodi aperti torna la ferita di piazza Cittadella: la piazza, afferma l’associazione, deve essere riconsegnata ai cittadini il prima possibile. Più problematico il tema dell’ospedale attuale: l’invito è a riflettere attentamente sull’opportunità di abbandonarlo in favore di una nuova struttura.
In zona barriera Roma resta la domanda del perché l’ex mercato ortofrutticolo sia stato demolito, scelta che, secondo il gruppo, avrebbe solo aumentato degrado e insicurezza. Segnali incoraggianti arrivano invece dall’ex Berzolla, per cui la riqualificazione appare avviata.
L’associazione invita anche a riconsiderare la destinazione delle ex scuderie Maria Luigia, ritenendo più adatte funzioni culturali e artistiche rispetto a un mercato alimentare, mentre chiede un utilizzo pubblico dell’ex Consorzio Agrario, escludendo qualsiasi ipotesi speculativa.
Nel complesso, il messaggio è chiaro: «La città soffre trascuratezza e abbandono, che alimentano insicurezza e malcontento». Per l’associazione è «tempo di collaborazione tra Comune, Ausl, Demanio e Forze armate per dare un segnale forte, senza antagonismi né protagonismi, restituendo ai cittadini una Piacenza più curata e vivibile».
Ad aiutarci a fare il punto della situazione sulle partite in corso è il vicesindaco Matteo Bongiorni che, tuttavia, fa alcune premesse. Una riguarda le risorse a disposizione «che non sono certo infinite e con cui bisogna fare i conti» dice. La seconda è che nella maggior parte dei casi si tratta di beni non di proprietà comunale, dunque che coinvolgono altri enti o aziende, come appunto l’Ausl, il Demanio, l’autorità militare. «Molti di questi dossier rappresentano partite aperte da anni, in alcuni casi da decenni, dunque non certo semplici». «Il Comune - precisa Bongiorni - ha il dovere di esprimersi e lo fa, ma va tenuto presente il quadro complessivo in cui ci si muove».


