Il segreto del corteo storico di Grazzano? La tenacia dei figuranti
L'appuntamento resiste perché 80 persone sono pronte a indossare strati di velluto e armature da 30 chili sotto il sole di fine maggio. Abbiamo cercato di capire perché

Paola Brianti
|6 mesi fa

Foto di gruppo degli 80 figuranti al corteo storico di Grazzano Visconti © Libertà/Pietro Zangrandi
Ci sono alcune certezze senza tempo intorno e dentro il corteo storico di Grazzano Visconti.
La data, che è sempre l’ultima domenica di maggio e quindi il 25 era il grande giorno. La bellezza di Valentina d’Asti, che è la protagonista da scegliere ogni anno con estrema cura. Infine la folla, che fa molto felici i cinque ristoratori dentro e appena fuori le mura.
Il corteo funziona, sempre, e il vero segreto del successo di una rivisitazione storica che si ripete da 49 anni nell'ultima "versione", ma inizia tanto prima, sono i figuranti. Gente che fa la coda per esserci, stare in posa, indossare sotto il sole di fine maggio armature e mantelli, tutto gratis. Abbiamo tentato di capire perché tante persone dedichino il proprio tempo per essere parte del corteo, partendo dall’assessore al Turismo Giulio Borlenghi, che siede in consiglio a Vigolzone ed è un grazzanese doc.

«Sfilo da quando avevo 4 anni - spiega Borlenghi - quest’anno vesto i panni della casata Anguissola di Vigolzone: calzamaglia di lana, camiciola, poi abito, copricapo e mantello tutti in velluto». No, non è possibile inventarsi una tenuta estiva, «giammai, - continua - perché questi erano i tessuti pregiati dell’epoca, la rivisitazione è estremamente fedele alle cronache del tempo». Conferma che è più complicato preparare una lista elettorale rispetto all’elenco degli 80 figuranti al corteo: mai una defezione dell’ultimo minuto, c’è la fila per partecipare «e arrivano anche da fuori con il passaparola - precisa - Non esiste un annuncio delle selezioni e si sceglie chi ha un legame con il borgo».
Per fare il figurante serve un po’ di tempo libero per la prova costumi (che si fa a marzo) e il giusto portamento. Tanto che Giulia Orlando, modella di Ziano, per il secondo anno consecutivo è stata scelta per interpretare il ruolo principale, Valentina signora d’Asti, che a fine Trecento era passata a casa del conte Giovanni Anguissola (la casata che interpreta l’assessore) prima di proseguire il viaggio per incontrare in Francia il futuro sposo, il duca d’Orléans. Sfila due volte in un giorno: al mattino, con abito rosa, "semplice" se così si può definire l'insieme di damaschi, pizzi e perline, al pomeriggio in bianco da sposa, con tanto di mantello bordato di pelliccetta, esatta riproduzione di quella giornata di fine maggio alla fine del Trecento. Pelliccetta, a fine maggio.


L’assessore Borlenghi assicura che esserci «non è una fatica, bensì un onore. Piuttosto il lavoro duro lo fanno i ragazzi della Pro loco, che montano l’allestimento, transennano, si occupano della sicurezza, scelgono gli spettacoli visionando i gruppi in giro per l’Italia». Per ricreare l'esattezza di quella giornata, servono gli sbandieratori, quest'anno sono quelli di Borgo San Lazzaro, compagine di Asti; la giostra con i cavalieri, e sono venuti i milanesi di Re Nero, ma anche gli Acrobati del Borgo, che si son fatti il viaggio partendo dalle Marche.




Sentiamo quindi la Pro Loco di Grazzano, dove assicurano che il divertimento supera di molto la fatica: Ivan Beretta, che del sodalizio è il presidente, subito spiega che «il corteo devi viverlo per capirlo». E vorrà pur dir qualcosa che un borgo medievale con cinquanta abitanti possa contare su una Pro Loco con più di ottanta volontari.



«Veniamo da tutta la provincia - continua il presidente Beretta - io sono di Piacenza ad esempio, ma c’è gente di Caorso, Rivergaro, più o meno d’ogni comune. Succede perché il Medioevo attira, perché portare avanti una rivisitazione simile è tutta questione di passione. E poi quando sfili, sei un altro, al centro di un evento importante, unico». Non importa che ogni anno sia identico, perché in realtà cambia sempre un po’, e intanto passa tra il pubblico Vladimir Luxuria, ex deputata e oggi attivista.

In corteo ci sono persone vestite da nobili e chi discendenze nobili le ha per davvero, come i Visconti di Modrone che mai mancano la giornata. Tra le damine, c'è Violante, figlia di Luchino Visconti di Modrone: sembra una tela staccata dalle pareti di Galleria Borghese.

Una storica figurante, Laura Guagnini, 25 anni in corteo, spiega che «conoscere la storia mi ha sempre appassionato e poter vestire questi abiti mi regala gioia». Nel tempo ha studiato, e ora, aggiunge, «posso condividere con il pubblico quello che ho imparato. Chissà, magari attraverso le mie parole o le parole di chi è ancora più esperto di me, domani qualcuno si appassionerà altrettanto: secondo me è questa la chiave del perché le persone accettano di sfilare malgrado il caldo e la polvere. Poter essere testimoni di un tempo passato almeno per un giorno è un privilegio». Desiderio di tramandare, insomma. E avevamo dimenticato la polvere.


Un ultimo tentativo per capire che cosa muova tante persone, è passare da chi indossa il costume più disagevole del corteo: Manuele Bonini, il capo delle guardie del gruppo di combattimento. «Tra cotta, elmo e corazza si va intorno ai trenta chili, ma li indosso per poco più di un’ora», racconta Bonini con molta leggerezza. Qualcuno, in anni ben più caldi rispetto ai 25 gradi di ieri, aveva riempito d’acqua l’elmo e cercato refrigerio rovesciandoselo sul capo. Ma perché? «Perché tanti Piacentini sono cresciuti nel mito di Grazzano - continua Bonini - e si appassionano al Medioevo: noi ci ritroviamo spesso per “due spadate” con gli amici al sabato, così da non perdere l’allenamento». Un giorno di corteo, un anno di preparazione.


Intanto ieri a Grazzano c’erano quasi 5mila persone: segno che il corteo storico di Grazzano continua ad essere tra i più fascinosi eventi del suo genere. E l’anno prossimo si punta altissimo: c’è da festeggiare i 50 anni. Per esserci, c’è già la lista d’attesa.



