“Chi nasce ciclista lo resta per tutta la vita”: Perini a “Lo specchio di Piacenza”
12 Marzo 2024 22:30
Da agonista macinava anche 40mila chilometri all’anno. Oggi da amatore fa “poca strada, solo 15mila”. Una media da brivido per i comuni mortali, adeguata però a chi nasce ciclista e lo resta “per tutta la vita”. Parola del grande pedalatore, gregario e uomo-squadra piacentino Giancarlo Perini, il “duca” carpanetese di Costa Nicrosi classe 1959, professionista ai massimi livelli dal 1981 al 1995, con 10 Tour de France, 11 Giri d’Italia, 3 Vuelta a España, 6 Giri di Svizzera e 2 mondiali nelle gambe
Orgoglio piacentino che ha contribuito agli anni d’oro del ciclismo italiano, è stato gradito ospite di Nicoletta Bracchi su Telelibertà a “Lo specchio di Piacenza” (la puntata si può rivedere all’indirizzo teleliberta.tv/on-demand).
A proposito di numeri, “a 16 anni capii che potevo farne una professione, a 36 smisi di correre, mai di andare in bici” ha raccontato Perini. In una tappa “si perdono anche 4 o 5 chili, sono arrivato a bere fino a 10 borracce”.
Inevitabile parlare del prossimo Tour de France che farà tappa a Piacenza il 1° luglio: “momento memorabile per tutti, grande opportunità per gli appassionati, occasione di business per ogni attività. Quando vedrò partire la tappa avrò i brividi, ricorderò momenti bellissimi”. Pronostici? “Pogačar e Vingegaard sono i soliti favoriti. Sarà un grande spettacolo, spero anche uno sprone per i ragazzi piacentini. Investire nei giovani è fondamentale”.
Come sempre a “Lo specchio di Piacenza” hanno trovato spazio tanti ricordi, sollecitati da una serie di fotografie che parlavano da sole. Un arrivo nel fango alla Parigi-Roubaix. Con Chiappucci nel ’92 sul vialone dei Campi Elisi. Giovanni Battaglin: “il mio primo capitano nell’81. Uno dei pochi che veniva in camera a ringraziarci uno per uno. Importantissimo per un gregario”. “Pelle d’oca” davanti allo scatto della prima e unica vittoria da professionista nella Cerignola – San Crispiano al Giro di Puglia del ‘93.
La più bella foto della sua vita però, quella che Perini tiene incorniciata in salotto, è del 1992, la partenza ai mondiali spagnoli. Quando “il Pero” divenne “Duca di Benidorm” pilotando in maniera esemplare la volata di Gianni Bugno. Imprese del genere non te le scrolli più. “Molti mi salutano ancora così, ciao Duca”.
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