Scuola integrazione: dieci nazionalità convivono in 20 metri quadrati
28 Marzo 2024 04:10
La Caduti sul lavoro è una scuola multietnica. C’è, sul davanzale di una delle finestre dell’aula, zona Farnesiana, la “scatola delle parole”. Ogni bambino e ogni bambina vi deposita all’interno le sue. Rovistando all’interno, si trovano biglietti con sopra scritto “gentilezza” oppure “condivisione”. Parole importanti, che per un alunno di prima elementare (primaria) non diresti appartenere al suo vocabolario. E ogni parola ha una chiosa, sempre definita dall’alunno.
SCUOLA CADUTI SUL LAVORO MULTIETNICA
Siamo alla scuola primaria Caduti sul lavoro, Quarto circolo didattico diretto da Simona Favari, dove i massicci insediamenti nel quartiere da parte di famiglie immigrate si sono tradotti in altrettanto cospicue presenze di ragazzini con background migratorio sui banchi. In un’epoca che gli ultimi anni hanno di colpo reso preistoria si sarebbe chiamata classe ghetto: 17 alunni, di cui 4 italiani. Dieci differenti nazionalità convivono gomito a gomito, in 20 metri quadrati. Al contrario, non c’è classe più immersa nel mondo e nella contemporaneità di questa compagine di bambini, che sa tradurre in italiano ogni immagine, sa catturare qualsiasi sensazione dandogli un nome (italiano), e guarda con educato rispetto ogni diversità. Anzi, si entusiasma. Se, come negli Stati Uniti vigesse lo ius soli (cittadinanza fornita dall’esser nato in quel territorio) scopriremmo che già adesso una maggioranza inattaccabile è italiana.
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